Pensiamo sia giunta l'ora di una approfondita riflessione sul "fenomeno vu cumprà" a Porto Recanati. Da anni l'argomento è oggetto di serrate polemiche tra la cittadinanza, notoriamente divisa tra chi è disposta a chiudere un occhio verso questi mercanti abusivi e chi invece vorrebbe vedere applicata la legge in maniera intransigente. Con i commercianti che spesso a mezzo stampa alzano la voce sullo scandaloso fenomeno.
A noi, in verità, sembra che al di là degli scarsi mezzi a disposizione per contrastare il mare di tappetini o di piccoli mercantieri da spiaggia, a Porto Recanati la ferrea volontà politica di combattere il fenomeno non ci sia mai stata. Si è sempre chiuso un occhio. Non si è mai applicata la legge, che ricordiamolo comporta severe sanzioni amministrative, non solo a chi vende la merce contraffatta, ma anche ai compratori che amano acquistare la borsetta falsamente griffata.
Pertanto si procede un po' senza un'idea, un progetto, un'azione efficace e duratura nel tempo per contrastare il commercio illegale ripetutamente perpetrato. Facendo in modo che il mercato abusivo prosperi e si evolva in tutte le sue forme.
Non solo, siamo riusciti a istituzionalizzare addirittura un venditore abusivo. Ci riferiamo ovviamente a chi da anni, del tutto indisturbato, presidia un angolo della farmacia lungo il Corso, è amico di tutti, riempie tutti di sorrisi e di attenzioni, e rimane ovviamente simpatico a tutti i nostri concittadini.
Per cui ci sembra inutile insistere con queste azioni una tantum da parte delle forze dell'ordine. O il fenomeno lo si vuole combattere seriamente, e allora da domani iniziamo a multare ogni persona che compra un CD, una borsa, un paio di occhiali, una maglietta, un paio di scarpe, una collanina o un telo da mare da questi signori, oppure lasciamo perdere. Allora, per un senso di giustizia, istituzionalizziamoli tutti. Non solo chi ha posti privilegiati da anni per il Corso.
Sarebbe più serio. Tanto lo abbiamo capito: l'unica azione efficace sembra proprio questa. Agire sul compratore.
L'Italia è un paese in cui le leggi si interpretano, non si applicano. Lo sappiamo benissimo. A questo post vedremo arrivare i soliti commenti che più o meno avranno questo tono:
"e allora a quelli che vendono il pesce senza fare gli scontrini, non gli facciamo nulla?"
Oppure:
"e allora perchè non andiamo a verificare se gli studi medici privati emettono le regolari fatture/ricevute?"
E così via. Come se il non rispetto di una legge, in automatico, dovesse provocare, con un misterioso effetto a catena, il non rispetto di praticamente tutte le leggi.
E' la nostra testa che va cambiata. Va cambiato forse il concetto dello Stato di diritto. Che in Italia vale a giorni alterni. O solo con chi ci dà fastidio. Non capendo che una legge, una norma, un'ordinanza non dovrebbero rispondere ai canoni della simpatia o dell'antipatia. Ma semplicemente, a quelli del rispetto civico.
Fateci sapere cosa ne pensate. L'argomento è caldo. Come sempre, in estate......
Sotto: articolo del Corriere Adriatico del 29 Giugno 2012.