L'intervento di Giancarla Grilli in Consiglio Comunale Burchio
In questa sede siamo oggi
chiamati ad esprimerci sulla proposta di variante di cui alla missiva
protocollata a firma del Sig. Vladimir Galperin, legale
rappresentante della Coneroblu srl e sul parere di legittimità
conferito dal facente funzioni di dirigente dell’Ufficio
urbanistica del nostro Comune Geometra Re.
Vogliamo quindi partire
proprio dalla relazione riportata dalla delibera che oggi viene
posta all’Ordine del Giorno, per riscontrare quanto segue:
1. Una prima
considerazione generale riguarda il fatto che questa nuova variante
viene analizzata e trattata (nella relazione) come clone di
quella presentata in forma di proposta ilo 30 dicembre 2013, votata
all’unanimità dai presenti in Consiglio, come ricordato,
tralasciando tuttavia il fatto che le opposizioni, costituite da 8
membri su 17, abbandonarono l’aula proprio nel momento del voto e
che quindi l’unanimità dei presenti si sostanzia in 9/17simi del
Consiglio Comunale.
2. Viene così
ripetutamente richiamata la variante del 2013 che addirittura viene
indicato nella relazione che “attualmente è pendente presso il
Consiglio di Stato la richiesta di revocazione presentata dalla
Coneroblu rispetto alla sentenza”.
Si aggiunge poi che la sentenza emessa dal Consiglio di Stato non
impedisce al Comune di esaminare e valutare una variante che sia
confacente all’interesse pubblico e, su questi presupposti, il
Comune ha esaminato e valutato adeguatamente la nuova richiesta.
Tirando le somme, in tutta la relazione si trovano riferimenti alla
precedente variante, per giustificare la bontà di quella nuova,
tanto da sostanziarsi nella considerazione che persino le procedure
di VAS e VIA che la provincia dovrà attuare in relazione
all’adozione della stessa, saranno sicuramente favorevoli, poiché
il vecchio progetto (testuali parole) “è sì dimensionalmente
superiore al presente, ma uguale come impostazione...”
Dunque, spiegateci bene; non abbiamo piena cognizione del nuovo
progetto, dato che questa volta vi siete visti bene dal portare a
contemporanea votazione il relativo Accordo di Programma. Possiamo
solo intuire, da quanto possiamo leggere, che sarà ridotto a livello
volumetrico, ma nella impostazione sarà uguale.
E cioè stessa area, stessa struttura alberghiera, forse meno
villette e sicuramente nessuna attrezzatura sportiva, che
presumibilmente sarebbe ricaduta in piena zona classificata P3 dal
piano PAI.
Ma allora come potete ritenere che il nuovo progetto sia confacente
all’interesse pubblico se uguale nell’impostazione ad uno che è
stato cassato dal massimo organo giudiziario amministrativo?
Saremmo curiosi di sapere quale approfondito esame è stato compiuto
per ritenere che una semplice riduzione di volumetria possa far
sopravvenire tutela di interesse pubblico alla variante, laddove
questo interesse è stato assolutamente pregiudicato dalla
precedente.
Ma andiamo oltre.
3. Prosegue la relazione nel sostenere che alla luce di nuove visioni
delle distinte attività turistiche si è giunti alla conclusione che
alcune previsioni di sviluppo non sono state attuate e sarebbe
importante rilocalizzarle magari in zone più fruibili e centrali
rispetto all’assetto generale del territorio. Analogo ragionamento
per le aree industriali che oggi non sono più attuate e non potranno
avere alcun incremento almeno per i prossimi decenni.
Affermazioni forti, preludio di un orizzonte catastrofico quantomeno
per il comparto industriale locale. Forse è proprio per questa
attenta analisi che nel 2013, concedevate una variante all’area
adiacente alla A14 di proprietà di una ditta già coinvolta nella
realizzazione del famoso marciapiede donato alla città e poi
risultato da pagare a peso d’oro.
Sì perché nel brodo di giuggiole di perequazioni di cubature
approdate nell’area del Burchio, ci sono anche retrocessioni di
aree industriali, create ad hoc nel PRG nel 2013 e oggi retrocesse
perché tanto la zona industriale, ci dite, non si amplierà per i
prossimi decenni. Complimenti!
Intanto però nelle previsioni di sviluppo turistico vi siete
dimenticati di aree già lottizzate a tale scopo come il lotto
Pierantoni, la zona dei laghetti ecc. che è vero non sono ancora
partite, ma che se dovessero decollare, vedrebbero un sovraccarico di
strutture ricettive assolutamente squilibrato rispetto ai normali
flussi turistici locali.
Da dati certi sappiamo che nella scorsa stagione turistica, a Porto
Recanati si potevano contare 600.000 presenze extra-alberghiere
(camping, residence) più quelle ospitate nelle case in affitto e nei
B&B. Il nostro è un turismo di tipo familiare e questo siete
andati a promuovere nell’ultimo fine settimana alla fiera del
turismo di Modena.
Credete davvero che Porto Recanati abbia bisogno del super-resort del
Burchio?
4. Nella relazione si legge ulteriormente che il risparmio
volumetrico riconosciuto in questa nuova variante non è di
impedimento a che i 31.435 mc di volumetria residua, non
possano essere eventualmente reinseriti in successiva variante,
qualora la definizione del piano PAI subisca una retrocessione da P3
a P2.
Dov’è
il vantaggio di questa nuova variante se alla fine, Autorità di
Bacino permettendo, ci ritroviamo una lottizzazione di più di 78.000
mc? Quello che oggi ci proponete dunque non è altro che un Burchio 1
rateizzato.
Signori consiglieri di maggioranza, stando così le cose, un nuovo e
certo ricorso al TAR vi vedrebbe responsabili di una reiterazione di
delibera illegittima già bocciata da una sentenza del Consiglio di
Stato.
Quando oggi alzerete la mano per dare corso a questo procedimento
amministrativo, ricordate, siete pienamente consapevoli di quanto vi
stiamo segnalando. Siamo sicuri che, come successo in passato,
abbiate tutti sottoscritto una polizza assicurativa a copertura di
eventuali danni. Ci auguriamo per voi, che la copertura sia garantita
anche in caso di colpa grave.
5. E adesso passiamo all’area archeologica.
Nel 2001 la dottoressa Edvige Percossi Serenelli così scriveva nel
suo libro “Potentia quando poi scese il Silenzio”:
“Ma,
soprattutto in confronto a ben più gravi scempi perpetrati ai danni
di quest’area di straordinario interesse archeologico e
all’ambiente circostante dalla sconsiderata approvazione di
progetti edilizi che hanno snaturato un tratto di paesaggio fluviale
e costiero...”
Ora invece la stessa persona nella sua “RELAZIONE E STUDIO
ARCHEOLOGICO” per la variante del Burchio esalta addirittura come
una sorta di manna dal cielo questa nuova edificazione.
Leggiamo con stupore le sue parole:
“L’intenzione
di costruire in un’area segnalata per interesse archeologico dà di
norma luogo a conflitti di opposti interessi, cui seguono lungaggini
burocratiche che talvolta purtroppo incidono negativamente sulla
tutela del bene stesso oltre che sulla realizzazione dei progetti.
Nel caso in questione, l’intenzione di realizzare un complesso
turistico sulla collina di Colle Burchio potrebbe invece
rappresentare un esempio, purtroppo assai raro ma estremamente
positivo quando applicato, di positiva convergenza di intenti fra
Committenza, Ente locale e Amministrazione periferica dello Stato
titolare dell’interesse alla tutela e valorizzazione del patrimonio
culturale, in questo caso quello archeologico”.
La valorizzazione del patrimonio culturale non può mai passare
attraverso lo sfruttamento irreversibile del suolo e sorprende
davvero come si possa affermare che occorra “verificare la
probabile interferenza fra le infrastrutture sportive previste sul
pianoro e il giacimento archeologico” quando è sufficiente
sovrapporre la planimetria di progetto con i giacimenti della Fig. 1
segnati con n° 105 per avere CERTEZZA della interferenza! ( vedi
pubblicazione del 2006 dal titolo “I siti archeologici nella
vallata del Potenza” scritta a sei mani dalla stessa Dott.ssa
Percossi, Gaia Pignocchi ed il Prof. Vermeulen).
Nella scheda 105 di pag.184 si legge che questo giacimento “potrebbe
essere interpretato come un insediamento rurale costituito da un
edificio principale circondato da uno o più fabbricati annessi”
la cui occupazione va dal III sec. a.C al VI d.C.
Si tratta quindi di un insediamento addirittura precedente alla
deduzione della colonia di Potentia
(II sec. d.C) in grado di fornire importanti informazioni sul
processo di romanizzazione di terre picene (l’abitato piceno è a
poche centinaia di metri).
Non si è in presenza di un “rischio archeologico”, ma della
certezza di imbattersi in evidenze archeologiche di straordinario
valore come la Percossi non manca di evidenziare nella sua relazione
e si fa fatica a comprendere come si possa valorizzare un qualcosa
che potrebbe essere seriamente danneggiato già dallo scavo della
prima trincea.
Ci si chiede, forse senza risposta, come non sia del tutto evidente
che questo parco archeologico che la stessa Dott.ssa Percossi
vagheggia nella sua relazione, sia in evidente, netto ed
irrisolvibile contrasto con la realizzazione di nuovo edificato e
soprattutto per quale motivo l’edilizia condannata con tanto
sacrosanto vigore nel 2001 debba essere per forza peggiore di questa
che si vorrebbe andare a realizzare.
Sconcertante leggere a pag. 34 della relazione generale che, per
quanto concerne il PPAR “Vi rientra un piccolo lembo nel settore
orientale dell’area. Tale area è stata già interessata dal
tracciato autostradale che di fatto l’ha frazionata. Inoltre essa è
stata tolta in sede di trasposizione attiva, in sede variante
generale al PRG, liberando di fatto l’area dal vincolo”.
E’ stata tolta in sede di trasposizione attiva?
Le evidenze archeologiche sono lì da secoli e si può giocare quanto
si vuole con carte e cavilli, ma la sostanza non cambia.
Si
sta per infliggere una profonda ferita al patrimonio culturale e
paesaggistico della nostra città senza che ci si possa appellare a
fatti imprevisti ed imprevedibili perché è tutto talmente chiaro e
mappato che la competente Soprintendenza archeologica ha già
espresso in modo netto e chiaro la sua posizione.
6. Ultima considerazione in ordine di presentazione ma non certo per
importanza.
Ci riferite nella delibera che il professionista incaricato nella
persona dell’Avv. Prof. Mario Sanino di Roma, ha confermato la
possibilità di intraprendere l’esame della variante ab origine
ancorchè in fase di revocazione.
Gradiremmo leggere questo parere, tuttavia ci suona alquanto
allarmante che il Comune di Porto Recanati, oggi, assecondi una
richiesta di variante di un privato nei confronti del quale pende un
procedimento giudiziario per revocazione della sentenza del Consiglio
di Stato che bocciò definitivamente la prima variante.
State facendo un doppio regalo alla Coneroblu:
- gli fate passare una variante
- non richiedete neppure la rinuncia alla prosecuzione dell’azione
giudiziaria
Quantomeno ci saremmo aspettati che oggi foste venuti in Consiglio
con un documento di rinuncia, da parte della Coneroblu, a qualsiasi
richiesta risarcitoria.
Neppure
in questo avete tutelato il Comune!
Ci domandiamo: quale interesse pubblico può esserci nel concedere
una variante ad un privato, nonostante il dettato imperativo di
un’autorità giudiziaria amministrativa?
Cari consiglieri della maggioranza, sindaco e vice sindaco a parte,
forse non siete stati adeguatamente informati di cosa significa
tutelare l’interesse pubblico di un Ente comunale.
Questa variante risponde a tutto meno che ad esso. Siete persone
oneste e crediamo che tutti voi amiate Porto Recanati. Non lo
lasciate in mano agli squali speculatori che già in passato tanti
danni hanno fatto a questo paese.
complimenti alla Grilli molto competente!
RispondiEliminafinalmente tutti compatti bravi così si fa la vera opposizione ora però non mollate!!!