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lunedì 2 marzo 2015

IL CASO PROTEZIONE CIVILE E IL CAMBIO DELLE REGOLE

 

 

Non si placa, come era ovvio che fosse, la polemica nella nostra cittadina sulle decisioni prese con un atto di imperio dal sindaco, riguardanti l'azzeramento del vecchio organico della Protezione Civile e la nomina del nuovo coordinatore. Come vi abbiamo già riferito, il decalogo e la domanda di ammissione al gruppo sono stati cambiati in una parte essenziale riguardante i requisiti occorrenti per divenirne membri: mentre prima bisognava non avere carichi penali pendenti in corso, ora é sufficiente non essere stati destinatari di una sentenza passata in giudicato. E la differenza, inutile negarlo é enorme.

Ecco, come si presenta, ancora oggi, la domanda sul sito della Protezione Civile di Porto Recanati per poter richiedere di divenirne membro:

Appare chiaro che il cambio della norma sia stata una misura presa "ad personam". Ovvero per consentire a qualcuno con carichi penali pendenti di poter far parte del nuovo organico fortemente voluto dal Sindaco. Animati da curiosità abbiamo fatto un giretto sul web. Per prendere atto che praticamente in tutta Italia sulla domanda per divenire membro della protezione civile bisogna autocertificare una serie di cose, tutte tendenti a dimostrare di non avere carichi legali pendenti.

Quello che sotto vi estendiamo lo abbiamo preso, ad esempio, dal sito del Comune di Fermo. Che ammette gli aspiranti volontari della Protezione Civile, a queste condizioni:

"L'aspirante volontario non deve avere riportato condanne penali e non avere procedimenti penali pendenti riguardanti: delitti contro la persona, la sfera sessuale, la pubblica amministrazione ed il patrimonio"

Le condizioni sopra poste dai pubblici amministratori fermani, molto più sensibili a certe argomentazioni dei nostri, sono molto chiare. Per una questione di etica e di moralità, se qualcuno ha un procedimento penale in corso per i reati sopra descritti, é forse meglio se prima risolve il suo conto aperto con la giustizia con una assoluzione piena. Poi, se ne ha ancora voglia, redige la domanda per far parte della Protezione Civile. A nostro modo di vedere questo non si definisce come una mancanza di quello pseudo garantismo sbandierato dal nostro sindaco, ma come il voler porre un'asticella ad un ruolo che per poter essere ricoperto, per la sua delicatezza, impone di essere in possesso di qualità morali assolutamente indiscutibili. Chi indossa la divisa della Protezione Civile si mette a disposizione per aiutare gli altri e spesso gestisce e si prende cura di un pubblico patrimonio: per farlo é molto meglio che non abbia la benchè minima macchia di un reato contro la persona e/o il patrimonio dello Stato. É una sorta di misura che potremmo definire cautelativa e preventiva. Che un amministratore che dice ogni giorno di aver fatto proprio il concetto di giustizia e legalità dovrebbe fare propria. Senza eccezioni.

Vogliamo aspettare la condanna definitiva sindaco? Solo allora un aspirante volontario della Protezione Civile che non ha ancora risolto i suoi guai con la giustizia e sul quale gravano accuse di una certa gravità, può ritenersi non idoneo a far parte di questa organizzazione? O forse è meglio mettere in campo preventivamente sagge misure cautelative in difesa della pubblica etica?

No, caro Sindaco, lei sta sbagliando. E ci creda, la sua immagine, da questa operazione, ne uscirà a pezzi. E ci stupiamo che quel manipolo di suoi scodinzolanti, sempre pronti a rilanciare le sue magnificenze sui Social Network, al cospetto di una simile decisione, se ne rimangano in silenzio.

Hanno perso la parola. Come spesso ultimamente accade con grave inaudita frequenza. E ingoiano questi terribili rospi. Parlo anche dei suoi alleati di coalizione, di chi l'ha appoggiata.

Davanti a certe decisioni bisogna non perdere la propria dignità. E urlare semplicemente " io non ci sto ".

Ecco, chi le scrive glie lo grida da questo blog. Da queste parti e su questi temi, le bocche non possono rimanere cucite.

 

Sotto. Foto d'archivio. Il sindaco Sabrina Montali ritratta in compagnia di alcune consigliere comunali, in una campagna contro la violenza sulle donne.

 

 

 

28 commenti:

  1. Grazie Argano per questo to impegno per una VERA trasparenza per una cosa pubblica, che appartiene a TUTTI i cittadini di Porto Recanati e NON al Sindaco!!! Il Sindaco è solo il reggente pro tempore, a scadenza ogni 5 anni, non è il padrone di casa, ma solo l'affittuario!!!! Come ci lascerà l'appartamento (leggi la nostra città) alla sua scadenza? ... Cittadini di Porto Recanati svegliatevi e protestate per il vostro stesso bene!!!

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  2. Per alcune cose si vanno a cercare cavilli, per altre si salta qualunque regola.

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  3. Sono d'accordo con L'ARGANO, ma una persona con condanna in primo grado può essere candidato alle elezioni e non alla protezione civile?

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    1. Come sai il "benaltrismo" è patologia tutta Italiana che odio. Per quanto mi riguarda, ovviamente, quello scritto nel post vale pure per i politici.

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    2. Ed invece sbagli stavolta Argano. Ammesso e non concesso che stavolta mi trovo d'accordo con te, la richiesta mancanza di carichi pendenti o quella di non aver subito condanne penali definitive dovrebbe seguire l'opposta applicazione. Sarei ben lieto di farmi salvare la vita da un ex spacciatore purché mostri pentimento (tra l'altro le condanne per reati minori oggi vedono la conversione delle sanzioni pecuniarie in servizi socialmente utili - come ad esempio quelli di protezione civile appunto). Ben altro discorso riguarda coloro che sono chiamati a ricoprire ruoli istituzionali dove si, a mio avviso, sarebbe necessario avere certezza di assoluta assenza di carichi pendenti. Quindi anche questo tuo post è una considerazione del tutto personalistica, che trova poca obiettività nella realtà.

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    3. Io registro il tuo discutibile parere. Ma non provare più a dire che è una mia questione personale. Che ti cestino.

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    4. Il PD non esclude dalle sue liste chi è condannato in primo grado.di cosa stiamo a discutere...

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    5. Ecco un altro cultore del "BENALTRISMO".....

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  4. I paladini della giustizia di Sel che fine hanno fatto? Cosa dicono di questa faccenda?

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  5. Secondo me se qualsiasi coordinatore o volontario fosse implicato anche marginalmente, anche senza essere indagato, in reati contro la persona, per correttezza dovrebbe dimettersi autonomamente, fino al chiarimento definitivo! Il buon senso vuole che per chi deve proteggere non vi sia alcun dubbio sull'integrità morale. Assistere a quanto sta accadendo è stupefacente, manovre che ricordano le mosse di più basso livello della prima Repubblica.

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    1. Dimettersi? qui si candidano invece ...

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  6. Piuttosto del decalogo andate a leggere il regolamento per la costituzione di un gruppo comunale di protezione civile .
    Così ci si renderebbe conto che esso non parla di carichi pendenti e precedenti penali e questo regolamento è regionale .

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    1. Volevo solo farti notare che da noi vigeva una norma di buon senso. Cambiata ad hoc.
      La tempistica a volte ha una importanza fondamentale....
      Prendiamo comunque atto che non sei d'accordo con il contenuto del post. E che a tuo modo di pensare un individuo che ha reati pendenti contro la persona e/o il patrimonio dello stato puó far tranquillamente parte della protezione civile.

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    2. Il regolamento parla anche di "valore etico e morale dell'iniziativa....". Tutto quello che sta succedendo non credo s'inquadri in questa linea.

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  7. ben detto Argano,e la persona in questione si PAVONEGGIA xil corso ,proprio al fianco di alcuni membri della segreteria di SEL questo è a dir pocoVERGOGNOSO

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    1. Qui non si parlà di persone. Qui si parla di regole e concetti. Le persone passano. Le regole e i concetti rimangono. E fanno danni.

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  8. Nel programma amministrativo di "Noi per le poltrone" in merito alla Protezione Civile c'era scritto "Valorizzazione del volontariato sociale". Leggo anche al punto 1) PARTECIPAZIONE E TRASPARENZA, "che il più grande limite del modo di amministrare degli ultimi 15 anni è nell'imposizione alla collettività di calare scelte dall'alto."

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  9. Come, il sindaco si fa le foto contro la violenza sulle donne e poi nomina a capo della protezione civile uno accusato di stalking? Se è vero che questa e' l'accusa, come dice il buon Trevisani su cronache maceratesi, direi che anche da semplice indagato non solo da rinviato a giudizio e sotto processo, prima di affidargli tale incarico avrebbe dovuto quanto meno sospendere la sua iscrizione e non nominarlo. Almeno fino al termine del processo che sembra si stia svolgendo.

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  10. Mi si sono rivoltate le budella leggendo quell'articolo. Ci si è ricordati solo di esaltare la presunzione di innocenza di una persona riportandone la dichiarazione, calpestando però la dignità dell' altra parte in causa, che non ha avuto voce. "La verità non è più tale se è mezza verità (o comunque verità incompleta)" recita la sentenza decalogo della Cassazione sulla libertà di stampa. Strano modo di tutelare la vittima....

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  11. Ciao Emanuela, la spiegazione è molto semplice, te la riassumo in pochi punti:

    - la Carta dei doveri del giornalista dal 1993 prescrive che "i nomi delle vittime di violenze sessuali non vanno pubblicati né si possono fornire particolari che possano condurre alla loro identificazione a meno che ciò sia richiesto dalle stesse vittime per motivi di rilevante interesse generale". Per queste ragioni quella donna non avrà mai voce - nemmeno a volergliela dare - negli articoli che riguardano la questione. E tutto sommato lo trovo giusto: la sua tutela la appronta il tribunale, d'altro canto quando vorrà, in qualsiasi momento, potrà farsi viva e mandare comunicati, chiamare i giornali ecc: a quel punto le porte sono spalancate, ma io una sospensione o una denuncia all'Ordine per mancata tutela della vittima non me la voglio prendere (che è la stessa ragione per cui ho dovuto cancellare i commenti postati il 1 marzo in risposta a una tua domanda).

    - il pezzo non dava la notizia del procedimento per stalking, che è vecchia di un paio d'anni, ma spiegava il fatto che l'accusato è stato eletto coordinatore della PC a Porto Recanati. Perciò ho sentito Telera, ho riportato la contestazioni di Ubaldi, Camilletti e Feliciotti e abbiamo fornito alcuni elementi di cronaca sul processo e la testimonianza della vittima (essendo illegale sentirla, era tutto quello che potevamo fare).

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    1. Vedi Alessandro avevo già letto e riletto il decalogo dell'ordine dei giornalisti nei giorni scorsi e ci avevo trovato tante belle parole, tanti bei principi: pari dignità, tutela della vittima, verità....Poi ho letto il tuo articolo, dove hai dato voce a un un uomo che, con una frase, ha infangato e calpestato la dignità di una donna che non ha potuto, inevitabilmente, avere voce. Puoi capire la sofferenza di una persona perseguitata? Non voglio entrare nel merito ma non credo che un gip rinvii a giudizio per degli emoticon su fb, no?Sarebbe stato meglio non riportare le dichiarazioni di quel signore. Ho provato molta rabbia per questa insensibilità, per questo cameratismo maschile, per tutta questa maledetta vicenda della p.c. dove è mancato senso etico e rispetto. E dove chi doveva tacere ha avuto voce e chi doveva parlare è rimasto in silenzio.

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    2. Emanuela, se si vogliono dare lezioni o giudizi sulla sensibilità altrui bisognerebbe mostrarne un po' per conto proprio.

      Perché per te finché non scrivo della PC e del processo devo renderne conto. Se ne scrivo - e sono il primo a parlare di stalking - divento un bieco fiancheggiatore dell'accusato, perché gli do voce.
      Ma poi non è lui il protagonista della notizia? E non ho riportato le considerazioni di almeno 3 suoi contestatori, cioè Ubaldi, Feliciotti e Camilletti, senza contare gli stralci della testimonianza della vittima? La quale vittima, per tua informazione, preferisce non parlare e ringrazia per l'attenzione che - ribadisco per primi in relazione alla videnda PC - abbiamo dedicato alla cosa.

      Cito il passaggio incriminato:
      ‘Ma parla anche lo stesso Telera, che risponde sul procedimento che lo vede coinvolto per stalking, per fatti che sarebbero avvenuti (tra il 2010 e il gennaio 2012) sia su Facebook, sia – ha testimoniato nel corso del processo la vittima dei presunti atti persecutori –, con continue telefonate, e con pedinamenti. La donna al processo disse inoltre di aver perso “15 chili” a causa dei presunti comportamenti dell’uomo. "Sono stato criminalizzato per messaggi e frasi normalissime che mi sono scambiato su Facebook col mio accusatore", dice il nuovo coordinatore’.

      Parla Telera, e dal processo parla la vittima. Ma tu parli di "cameratismo maschile" e di volontà di "esaltare la presunzione di innocenza". Ma allora per schivare le tue accuse bastava che io fossi una donna, o che non telefonassi a Telera? Non ti pare qui, oltre che di ridicolo, di macchiarti di quello che vuoi denunciare, cioè di una accentuata malizia (per non dire della gogna mediatica cui mi sottoponi a gratis)?
      Se proprio pensi che, mentre svolgo la mia professione, ho fatto un assist a Telera rivelando per primo l'accusa che lo riguarda, a parte l’assurdità logica della cosa, forse dovresti portare all'attenzione di tutti - che ne so - un colloquio tra me e lui, una foto, magari a tavola insieme, mentre ci scambiamo sorrisi, favori, riguardi (lo so, per provarci dovresti passare delle brutte giornate in un'attività meschina, ma forse non sarebbe tanto peggio di ora)!

      Altrimenti è troppo facile che io devo portare fatti e provare buone intenzioni mentre tu spari illazioni senza controllo né sanzione. Il rispetto se lo pretendi al cubo dagli altri comincia tu almeno dal livello basico, sennò l'accusa di disonestà ti si ritorce facilmente contro.

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    3. Quando una persona decide di intraprendere la professione di giornalista credo sia consapevole del fatto che, ogni giorno,si sottopone alla "gogna" dei lettori. Spero che ogni lettore abbia la propria capacità di discernimento e giudichi con la propria testa quanto legge sulla stampa. Non credo di essere così potente da influenzare l'opinione pubblica quando critico il suo operato. Per il momento, a parte l'aria di tirannia che tira, credo possa essere libera di esprimere il mio parere come lei esprime il suo. Ed il mio parere è che ha fatto un assist a quel signore e non mi interessa un accidente se ci va a prendere il caffè o non lo conosce personalmente. Il rispetto non l'ho chiesto per me ma per chi era stato fatto passare per bugiardo.

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    4. ho capito, gogna e critica è la stessa cosa, dar voce a un accusato è un assist alla violenza sulle donne e mo' divento pure un censore perché ti ho risposto. sei una tesi di laurea vivente sui troll !!!!!

      io per parte mia non so che mestiere fai - mi pare che ci dessimo del tu - ma se tu fossi una panettiera e trovassi che il tuo pane ha un cattivo sapore, magari magari, prima di gridare al mondo che mi hai voluto avvelenare, mi domanderei se non è successo un incidente, oppure mi è venuta la febbre e mi cambia il sapore del cibo.

      perché a casa mia non si fanno processi alle intenzioni alla gente, né si va in giro a conciarsi da vittime di censura solo perché qno mi risponde per le rime. se a casa tua funziona in un altro modo ti troverai un sacco bene a casa tua e con quel pezzo di paese che trova macchinazioni e malanimo in ogni cosa. buon divertimento!

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    5. Non c'era bisogno di scomodare i troll perché io non ho alcuna smania né interesse a "far abboccare i pesci" con delle provocazioni gratuite. Se trovo qualcosa rivoltante lo dico. È un mio parere naturalmente, nessuna verità assoluta. Per tirannia, e qui probabilmente mi sono espressa male, intendevo il clima generale. Non ti vedo sinceramente come un censore. Se ti senti a posto con la coscienza e l'etica, perché ti arrabbi tanto? Bella la metafora del pane ma a casa mia, in realtà, un parere non si forma con un singolo articolo....

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    6. oddio ancora insinuazioni... sei troppo raffinata e sensibile, davvero, complimenti.

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  12. http://www.odg.it/content/carta-dei-doveri-del-giornalista

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  13. Qui l'accusa non è violenza sessuale ma per prudenza e analogia mi attengo al testo che ho citato - lo stalking non esisteva al tempo della Carta dei doveri.

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