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domenica 17 aprile 2011

L'ANGOLO DELLA SATIRA: PATO E PIRLO

La notizia ha fatto il giro del paese in poche ore: il nostro sindaco Rosalba Ubaldi è candidata alle prossime elezioni provinciali in una lista di centrosinistra che vede come candidato presidente Antonio Pettinari (ex vicepresidente della Giunta uscente di centrodestra presieduta da Franco Capponi). In pratica, a Porto Recanati, si sta verificando una situazione politica vicina all’inverosimile: un sindaco e un assessore appartenenti ovviamente alla stessa Giunta di centrodestra sono candidati alle elezioni provinciali da avversari. Un unicum imbattibile, dobbiamo ammetterlo.
Ecco che noi dell’Argano ci siamo inventati uno scambio di idee fantasioso, che potrebbe avvenire nelle vie della nostra cittadina, tra due personaggi immaginari: da una parte un certo Peppe, con un passato da simpatizzante del Partito Comunista Italiano e ora elettore del Partito Democratico. Dall’altra Francesco, un passato da simpatizzante per la Democrazia Cristiana e ora elettore convinto dell’UdC di Pier Ferdinando Casini...
Il dialogo, ovviamente, avviene in dialetto portorecanatese...

PEPPE: O Francé, 'i ìstu ? La Ubaldi s’è candidata cui cumunisti in pruìncia!!!


FRANCE': Scì, o Pè, ho ìstu. Embè, cu c’è de strano?

PEPPE: E cume cu c’è de strano? E cu me pìi pel culo? E cus’è ‘na bandierola che sventula prinsù chi da no' e pringiò a Macerata, cul vento sempre da maistru?

FRANCE': O Pè, tu si 'rmaso ai tempi de na ‘ò. Nun te sai 'ggiurnatu. Adè damme mente, è nurmale che fanne cuscì. Eppò pensace bè. Pato e Pirlo nun giochene tutti dò cul Milan? Però, quannu c’è i mundiali, uno gioga cull’Italia e quelaltru cul Brasile… E cchì… è uguale…

PEPPE: O Francé, nun è uguale prignè. Se io sò del Milan, e miga quannu c’è i mundiali duentu del Brasile! Sto sempre cull’Italia!!!  Me 'ulerisci dì che me déo mette la majetta zzalla e èrde?

FRANCE': No Pè, fai bè a stà cull’Italia, ce mancherìa altru… La déi 'ede nte n'antru modu. Na fré de ssài antigu! Tu nun te sai mudernizzatu. Io te ùleu solu dì che el Cumune è el Cumune e la Pruìncia è la Pruìncia. Nu' li déi da mischià.

PEPPE: O Francè… ho capitu! Ma dimme 'mpò, cugio… Se iu, alle eleziò cumunali, ho ‘utatu pe' Riccetti che dietru c’éa el Partitu demugratigu, adè alle prùinciali, per chi durìa da 'utà? Pe' la Ubaldi, che dietru c’ha el Partitu demugratigu, e che chi da no' j ho ‘utatu contru? O Francé, e iu nun ce pìu più un capezzu!!!

FRANCE': O Pè, ennammadò de sai cumpligatu… E ‘rmane a casa, quannu se ‘ota, che è meju…

PEPPE: O Francé, e me sà che fò propriu cume dighi tu, 'rmanno a casa! Perché sennò me se 'ntreccia el cervellu. Lu sai però qual è el colmu? Che per colpa de sa gente a me me lèene pure el gustu de ‘ndacce, a 'utà. J arà da pià 'na cagarella, a calchidù!

FRANCE': O Pè, cu' te déu dì…  Pensàmu alla salute…

PEPPE: Sarà meju, Francé, che se stàmu dietru a 'si storni ce pìa a no', el capustorno!

1 commento:

  1. la vorrei proprio vedere una conversazione tra 2 "vecchi" che "discorene de politica" in dialetto...sarebbe uno spettacolo "stalli a senti'"!!

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