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sabato 26 dicembre 2015

MERCATI NATALIZI ILLEGALI

Ricevo e pubblico da Alessandro Imbastoni:

Natale 2015.
 
Al di là delle luminarie natalizie tutto nella norma. Il solito supermarket del falso all’aperto.
Esatto supermarket. La scelta è vasta: piumini, cappotti, borse, portafogli, maglioncini a girocollo o scollo a V, cinture, caricabatterie. Addirittura abbigliamento per bambini senza le più elementari garanzie per i piccoli consumatori.
Mancano solo i generi alimentari, ma hanno detto che anche per quello si stanno adoperando (ovviamente è una battuta).
Non un controllo, nessuno che li disturbi. Tutto nella tolleranza più assoluta.
 
Gli unici ad interrompere il loro torpore sono solo qualche italiano compiacente che chiede qualche prezzo, misura qualche capo taroccato di chissà quale provenienza trattando la compravendita.
 
Non è un centro commerciale ma il solito mercato del falso al quale ormai pare che il sistema a tutti i livelli si sia abituato a convivere, quasi ne fosse assuefatto.
 
Agli ancora troppi pochi cittadini che hanno a cuore la legalità fine solo a se stessa, che lo Stato si impegna a garantire a fronte di tributi chiesti ai contribuenti (art. 1 legge 121/1981), non si fa mancare il teatrino delle colpe rimbalzate.
 
Non è competenza del Comune, ma del Prefetto, anzi no dello Stato Centrale. Alla fine la colpa non è di nessuno e convivere con l’illegalità del fake è meno doloroso che vederseli in casa a rapinare i nostri risparmi.
 
Insomma  chi dovrebbe garantire la legalità e la nostra sicurezza, grazie alla coordinazione delle forze previste dal nostro ordinamento da parte di chi dovrebbe rappresentarci, non può fare nulla.
 
Se il problema sono i soldi, beh verrebbe da ridere, o meglio piangere.
 
Preciso. I soldi ci sono, eccome. Le accise sui carburanti, i bolli auto, un’ IVA sempre più eccitata che sale di 1 punto percentuale all’anno, la TARES, l’Irpef, l’IMU, addizionali a destra e manca e chi più ne ha più ne metta. Una giungla di sigle che nient’altro sono se non una mano nera vellutata che entra nelle nostre tasche. Di fatto aumentano l’imposizione fiscale mentre nel frattempo ci tagliano i servizi.
 
Al di là della retorica se a questo punto  questa immigrazione in questi termini si tratti di una risorsa o meno (lascio ai politicanti di professione approfondire l’argomento) e considerando che ogni campagna elettorale presenta sempre il problema dell’abusivismo intrisa di promesse puntualmente non adempiute, qualche domanda verrebbe da porgersela..
 
o manca la voglia di fare, avendone a disposizione i mezzi ma non volendo toccare qualche “filo dell’alta tensione”..
 
oppure non si hanno i mezzi e poteri per poter combattere il fenomeno e quindi ogni tornata elettorale subiamo quasi divertiti la puntuale presa per il c.. delle promesse di pulcinella.
 
Se a questo punto i “politici” non hanno voglia o mezzi per risolvere o quantomeno “infastidire” il problema, dovrebbero quantomeno fare lettera aperta ai negozianti e commercianti spiegando loro perché a queste condizioni dovrebbero ancora continuare a fare attività.
 
Fare attività senza cadere nella tentazione di fregarsene delle tasse, dei contributi per i propri dipendenti, delle bollette e degli affitti da pagare, di avere locali a norma con tutte le certificazioni del caso oltre a fare da sbocco all’attività di aziende che lavorano nella legalità.
 
Non tutto è perduto, la speranza è l’ultima a morire. A volte voglia e mezzi improvvisamente e inaspettatamente risorgono con vigore e vitalità quando qualche vetrina non espone il prezzo dei propri prodotti oppure si sconfina di qualche cm un tavolo o una sedia per la quale si è richiesto A PAGAMENTO l’occupazione del suolo pubblico. Dopotutto con chi ha qualcosa da perdere, fare la voce grossa è più facile ed efficace..
 
 
PS lo sfogo contenuto nell’articolo non ha nessuna finalità politica. E’ stata scritta solo e soltanto in qualità di cittadino comune che ancora spera nella cura per il malato terminale, ovvero l’ancora Salotto sul Mare (in questo condizioni per poco) del Paese più bello del mondo, l’Italia.
 
Alessandro Imbastoni



22 commenti:

  1. Oggi pomeriggio stesso posto stesso copione....abusivi con la loro merce sul corso che appena vedono da lontano due vigili se la battono....e i vigili ??? Tranquilli non gli sono corsi dietro....in fondo probabilmente non rientra nelle loro mansioni .....ci sono speranze???? Secondo me ormai no....

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  2. Imbastoni, esiste il 117, chiama la finanza e smettila di seccare tutta la città.

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    1. Un commento sull'Argano che denuncia illegalità diffusa SECCA TUTTA LA CITTA!!!non ho parole. ..

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    2. curiosa la sua posizione sig. Anonimo.
      E' un innominato ma si erge a rappresentare l'intera cittadinanza.
      Forte!
      Dovrei chiamare il 117 quando Porto Recanati vanta già una propria caserma?
      L'italiano è un lingua complicata per carità, ma se avesse letto e capito il contenuto dell'articolo avrebbe capito che il quesito si pone sugli effettivi poteri delle stesse forze dell'ordine che lei chiama in causa.

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    3. Purtroppo esiste la tutela della privacy ?!

      Ma si la vostra società ideale grillina implica l'azzeramento di ogni libertà!

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    4. Prima cosa non sono grillino, seconda cosa se tiene molto a fotografare chi acquista lo faccia lei! Ma temo faccia una cosa simile visto che non ha nemmeno il coraggio di firmarsi!

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  3. Forse potremmo fotografare chi compra

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    1. sig. Anonimo,
      esiste purtroppo (e ribadisco PURTROPPO) la tutela della privacy. Con piacere avrei sputtanato senza una querela chi è complice di questo.

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    2. Pienamente d'accordo,bisogna impegnarsi perché l'opinione pubblica giudichi evasori e malfattori chi acquista ma invece,come si può leggere anche qui,in molti li giustificano perché c è chi fa di peggio è se i carabinieri o polizia procedono al sequestro alcuni si schierano dalla parte dei venditori illegali.

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    3. la solita logica del benaltrismo, eccezione più aberrante del qualunquismo, unica dote di chi non ha argomenti e cerca visibilità criticando quelli altrui. Quanta povertà di spirito in certi commentatori che per fortuna si mantengono anonimi per conservare un briciolo di dignità.

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  4. Penso che questo sia l'ultimo dei problemi da risolvere vista la totale anarchia che regna in ogni comparto.
    Personalmente credo che la grande rete commerciale non sempre garantisce il consumatore.
    Penso ai giocattoli della Mattel ritirati dal commercio nel lontano 2007 perché trattati con vernice a base di piombo e, manco a dirlo, prodotti in Cina:
    http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2007/08/mattel-giochi-pericolosi.shtml?uuid=25cc5f46-4a77-11dc-b7a2-00000e251029&refresh_ce=1

    Penso al cioccolato inquinato da colibatteri fecali che ha coinvolto l'Ikea e che era stato individuato in ,udite udite, in Cina, con conseguente ritiro dal commercio:

    http://www.corriere.it/cronache/13_marzo_05/ikea-dolci-colibatteri-fecali_30aa71be-85ae-11e2-b184-b7baa60c47c5.shtml

    Penso al patto USA-UE definito TTIP che favorirà gli scambi commerciali tra i due continenti ma che rischierà di eliminare buona parte dei rigidi controlli dei singoli stati europei in materia di alimenti :

    http://www.linkiesta.it/it/article/2014/10/20/dagli-ogm-allexport-tutti-i-rischi-del-patto-usa-ue/23207/

    Penso alle frodi sull'olio di oliva di recente agli onori della cronaca italiana.

    Ecco, dopo tutto questo, non credo la vendita di qualche capo di abbigliamento da parte di un affamato extracomunitario possa mettere in pericolo la salute degli italiani e la finanza del comparto abbigliamento.
    I vari stilisti, da Dolce e Gabbana a Cavalli, scorazzano d'estate per le acque della Costa Azzurra con le loro navi da 140 e più metri e che hanno il coraggio di chiamare yacht.

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    1. Hai proprio il culto della legalità e del rispetto delle regole! Se sminuisse il tuo lavoro,scommetto che sarebbe tutto diverso,ognuno pensa per sé e le leggi valgono solo per gli altri,complimenti! !!

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    2. quello che dice lei è condivisibile al 300%, ma vede visti milioni di dipendenti pubblici che "vanta" l'Italia, penso che possiamo permetterci di affrontare tutti i problemi che ci affliggono senza fare "una cosa per volta".
      Se si vedesse il commercio abusivo non solo come un impiccio ai pedoni ma come tutto quello che la vendita di questi articoli genera, penso che improvvisamente il rating del problema che lei identifica come marginale recupererebbe parecchie posizioni.
      Evasione fiscale (che tanto fa rabbia), finanziamento della malavita e sfruttamento umano sono solo alcune delle sfere che il commercio abusivo va a coinvolgere.. però se lo reputiamo marginale.. faccia lei.

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  5. Visto che lo stato fa entrare immigrati,in modo che possano aiutare le fabbriche italiane pagandoli 2 soldi.In realtà aiuta solo a far guadagnare qualche industriale in barba a tutti i regolamenti e magari licenziando gli Italiani troppo ruttura di scatole.Seguendo appunto questa strategia messa in atto dallo stato , non ci vedo nulla di strano nel mercatino del tarocco.

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  6. La vendita di qualche capo di abbigliamento, come la chiami, è una filiera lunghissima che parte anche da altri continenti per volontà della camorra e di altre organizzazioni criminali. Che compra taroccato aiuta la criminalità, che sfrutta questi extracomunitari.

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  7. Anonimo 10.36 quello che hai scritto tu e' la base di tutti i problemi Italiani degli ultimi decenni, cioè" il problema è altro!".
    No a me non sta bene che si venda dei giubbotti contraffatti a 20 metri da un negozio o da un ambulante che ha gli stessi articoli.Io non abito in Cina o in Costa azzurra io abito a Porto Recanati quindi qui e' un problema e da come ne parli tu probabilmente ne hai usufruito!

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    1. La prima regola, secondo me,della civile discussione è quella di confrontarsi sulle idee senza scendere su considerazioni personali e sulla qualità morale dell'interlocutore.
      Cercare di svilire il pensiero agitando il sospetto che chi ne parla è un segreto fruitore del commercio illegale e un modo abbastanza meschino per non affrontare la discussione.
      Ho sollevato un problema che coinvolge in maniera molto pesante tutti noi in qualità di consumatori e su questo sarebbe utile discutere.
      Quanto questo commercio danneggi i nostri commercianti non lo so, dimmelo tu.
      Un giaccone di una nota marca da loro costava 100 euro ed in negozio en costa più di 500.
      Secondo te il potenziale acquirente dall' extracomunitario è lo stesso del negozio?
      In cosa consiste la contraffazione?
      Solo nel marchio o anche nella qualità?
      Chi fornisce questa merce agli extracomunitari?
      E' sufficiente organizzare ronde e controlli o ci vuole altro?

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    2. Maxischermo in piazza collegato alle telecamere di sicurezza posizionate lungo il corso e in zona ex-green..!

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    3. Anonimo delle 17:44
      Non credo che tutti i negozi propongano solo Colmar o Woolrich o Peuterey che hanno il costo che spesso oltrepassa i 500 euro.
      Credo che esistano anche altri negozi che vendono capi a prezzi più abbordabili, in linea con il tarocco venduto dal senegalese.
      E' quel tipo di commercio che si va ad erodere.

      Chi può permettersi il capo da 700 euro non va a comprare per strada, va in negozio.

      Ovvio è che se il mercato del falso fiorisce è perché fiorisce anche la giungla di acquirenti compiacenti. Per questo dico e sostengo da SEMPRE che vanno puniti severamente sia venditori che compratori.

      In cosa consiste la contraffazione? Innanzitutto nell'appropriazione indebita di un marchio registrato che in quanto tale deve essere protetto proprio dalla contraffazione. Seconda cosa la qualità, in quanto penso di essere abbastanza certo che i materiali usati non godano nemmeno dell'ombra delle certificazioni di qualità.

      Chi fornisce la merce? Più volte è stato ribadito che grossa parte dei proventi di questa attività finisce nelle tasche della malavita italiana.
      Ronde?? E perché? Non sono forse sufficienti polizia locale, polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza?
      Io come privato cittadino cosa potrei fare? Sequestrare la merce esercitando quale diritto, quella della giustizia privata?

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  8. Intervengo sulla problematica. La tratto dalla bellezza di 8 anni. Già, forse nessuno lo sa, ma chi vi scrive 8 anni fa finì su tutti i giornali per aver denunciato ad alta voce questo fenomeno che continuo a ritenere deleterio per il nostro tessuto sociale ed economico. Ma il problema, almeno a Porto Recanati, riveste anche un aspetto che non è trascurabile. Ovvero lo scandaloso perpetrante silenzio dei commercianti. La Domenica vedo per il Corso tappetini che vendono borse simil griffate e giubbotti di note marche. Ma non ho mai visto un commerciante portorecanatese, negli ultimi tre anni (almeno), alzare la voce. Incazzarsi. Organizzarsi in qualche iniziativa. Sono tutti muti. Tutti silenti. Tutte pecorelle che assorbono questo fenomeno senza pronunciare sillaba. Io non oso immaginare cosa avrei combinato se fossi stato titolare di un negozio (legale) di borse e dall'altra parte della strada un tappetino mi avesse venduto borse contraffatte. Come minimo avrei chiuso all'istante il negozio. Steso un lenzuolo. E mi sarei messo a vendere borse senza scontrino ai passanti. Come minimo.
    I nostri commercianti non sembrano avvertire la gravità del fenomeno. Hanno una (o più) silenti associazioni. Hanno perso il dono della parola.
    Porto Recanati è questa. "Andate avanti voi, a combattere le battaglie" che io me ne rimango al coperto. Silente e assorbente.
    Ma gli assorbenti alla fine puzzano.
    Perchè diventano complici. Senza neppure accorgersene.
    Incazzatevi. Ne avete il diritto.

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  9. sacrosante parole...

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