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mercoledì 16 ottobre 2013

L'UNITÀ PARLA DI NOI

Abbiamo trovato questo articolo su L'UNITA' che ci sembra interessante pubblicare. Sappiamo che parla di una realtà che suscita nei portorecanatesi, (e forse negli italiani tutti) sentimenti e sensazioni dicotomiche. Da una parte quelli che l'Hotel House lo vorrebbero spianare domani mattina. Dall'altra quelli che invece sono propensi ad una integrazione di quelli che, volente o nolente, sono nostri concittadini. A prescindere dalle due tesi, i numeri snocciolati nell'articolo sotto sono importanti. In quel palazzone convivono 56 etnie, spesso appartenenti a paesi originari che si fanno la guerra o non si possono storicamente vedere. Che riescano a convivere abbastanza pacificamente in quell'immenso agglomerato é cosa che dovrebbe comunque farci pensare.

L'UNITA' - KINTSUGI DI COMUNITA'

La tecnica giapponese del Kintsugi per dare valore alle cose preziose che si rompono, della quale ho scritto nell’articolo precedente, ha incuriosito molti, stimolato alla riflessione. Forse perché in qualche modo rappresenta la necessità di affrontare i problemi legati alla convivenza cercando di valorizzare anche quegli aspetti, che, inaspettatamente aprono nuove prospettive emotive.

È quello che mi è successo cercando immagini su Hotel House di Porto Recanati: un condominio “grattacielo” di 16 piani che comprende 480 appartamenti con quasi 1.900 abitanti, tutti stranieri e appartenenti a 56 etnie diverse. Un fuori scala davvero poco raffigurabile. Tanto per fare un paragone con alcune località, conosciute dagli italiani attraverso la cronaca dell’ultimo periodo, l’Isola del Giglio ha 1.400 abitanti, Cogne 1.450 e Portofino 450 circa.

Mi sono imbattuto nelle fotografie di Christian Tasso (una è a corredo dell’articolo), che quest’estate ha realizzato una mostra reportage su quella che viene definita la Torre di Babele di Porto Recanati.

Nelle Marche la popolazione straniera residente al primo gennaio 2011 è il 9%, a fronte dell’8% nazionale: le province a maggiore presenza straniera sono Macerata (11%) e Fermo (9,9%). Porto Recanati con il 21,9% di presenze straniere è il terzo Comune in Italia con la più alta presenza di immigrati rispetto al totale dei residenti e si piazza all’11/o posto in Italia per l’alta percentuale di stranieri nati sul totale dei nati: il 41%.

Good morning Italia.

Christian ha raccontato questo luogo con la speranza di chi crede nello scambio interculturale, nonostante la fama poco lusinghiera di questo edificio. “L’intento della mostra è proprio quello di raccontare l’Hotel House sotto una nuova luce, non tanto come posto pericoloso e violento, bensì come risorsa per il nostro paese e per il nostro litorale, crocevia di culture, esempio di multiculturalità e convivenza”.

Federica Mariani, la curatrice della mostra, ha aggiunto alla stampa locale: “L’artista si focalizza sulle interazioni interculturali, in un’alternanza quasi musicale di contrasti sfumati e aperture al dialogo, catturando istanti di convivialità e di riposo, pose inconsuete di intere famiglie disposte a farsi fotografare e fidarsi del suo obiettivo. Le fitte trame tessute dalle religioni, dalle tradizioni culinarie e dalle abitudini personali si intrecciano in un melting pot compreso prima umanamente e poi artisticamente da Tasso, che si spinge oltre al consueto reportage”.

Gli scatti fotografici sono effettivamente oro che cola nelle crepe della nostra società, una risposta che scalda il cuore di fronte al gelo che hanno provocato le dichiarazioni di molti esponenti della Lega Nord relativamente alla strage nel mare di Lampedusa, così come lo spaesamento determinato dalla scelta di questa comunità di concentrare tutte queste famiglie straniere in un unico falansterio. Una nuova umanità è alle porte del nostro paese, non facciamoci trovare privi di humanitas, privi di quell’ideale di umanità positiva, fiduciosa nelle proprie capacità, sensibile e attenta ai valori interpersonali e ai sentimenti. Altrimenti tra le mani avremo solo cocci rotti.

Hotel House è il simbolo di una trasformazione che sta cambiando ognuno di noi, nelle cose che pensiamo, nel nostro lessico, nei nostri gusti. Sta a noi prefigurare il nostro futuro anche attraverso l’uso simbolico di realtà così piene di conflitti e potenzialità. Gli Stati membri delle Nazioni Unite sono 193, probabilmente questo edificio è il secondo “Palazzo di Vetro” al mondo. Perché non vederlo così? Perché non trasformare questo evidente vulnus sociale in un “portale umano” di conoscenza?

Abbiamo il mondo a Porto Recanati, beh andiamo a trovarlo!!

8 commenti:

  1. Questo è l'articolo più insulso che si possa leggere. L'Hotel House come simbolo del nostro, di Porto Recanati, mondo di domani? Qualcuno se ne sentirà gratificato andando dietro a certi poeti della solidarietà e della accoglienza che con molta creatività riescono ad assimilare l'Hotel House al Palazzo di vetro dell'Onu glorificando perfino la positività della presenza di una nuova umanità alle porte del nostro paese. Un portale umano di conoscenza, dice l'articolo, l'avvenire del mondo ove l'Onu fallisse nel suo eterno compito di trovare il giusto mix sociiale, etnico e culturale dell'universo. Ci penserà l'Hotel House sotto la regia di un qualsiasi inviato che vi stazioni al massimo per un paio d'ore credendo sia sufficiente a capire tutto. L'Hotel House è una esperienza che deve finire perchè Porto Recanati non si può permettere di reggere sulle proprie .spalle il peso della irresponsabilità di chi continua ancora a sostenere che Lampedusa vada incoraggiata. Abbasso tutti i razzismi dell'universo, ma abbasso anche Lampedusa e l'Hotel House.

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    1. Eccone un altro che parla,parla,senza dare fondamento alle sue parole.Gasman:ricordate che,er nonno,der nonno,der nonno,der nonno dei più nobili,era un morto fe fame come tanti.

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    2. Un articolo può non piacere. E' lecito con condividere quello che dice l'autore. Sull'immigrazione ognuno può avere le proprie idee. Trovo però estremamente squallido ed incivile chiudere un commento con un semplicistico "abbasso Lampedusa e l'Hotel House" quando abbiamo ancora davanti agli occhi e alla nostra coscienza, i corpi di centinaia di persone, che oltre alla loro vita, hanno perso anche la dignità di un nome.
      Io ne consiglio un'altra di lettura
      http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/10/04/sono-loro-il-nostro-prossimo.html?ref=search

      Perché il problema dell'immigrazione e della sua necessaria, vitale, regolamentazione, non va risolta con gli "abbasso" o gli infami proclami che si sono alzati da varie parti.

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  2. Ecco ancora una indignata. I corpi di quelle centinaia di persone pesano sulla coscienza pelosa dei tanti umanitarismi che fanno cassetta sfruttando il falso senso della pietà e della solidarietà coltivato dagli italiani. Il problema dell'Hotel House è comunque diverso perchè qui da noi i migranti arrivano legalmente e in forma organizzata. Non si tratta di gente che arriva con le cassette del mare. Abbasso l'Hotel House e abbasso Lampedusa vuol dire che un mondo civile non puù vivere di queste situazioni. Che infatti si verificano quasi esclusivamente in Italia, guarda caso il regno della pietà cristiana. Due giornalisti di Radio Maria si chiedevano l'altro giorno quanto ci costerà il pranzo con i poveri ostentato da papa Bergoglio. Dopo dieci anni di impegno in quella radio i due giornalisti sono stati cacciati via come cani. Su queste cose si deve pensare, altro che star sempre a vantare un sentimento di solidarietà che non abbiamo e che ostentiamo soltanto per farci belli di fronte al mondo. Potrei portare mille testimonianze in tal senso, ma è giusto finirla qui.

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  3. Sinceramente più che indignata, sono schifata. La vergogna e la tragedia dei morti in mare succedono quasi esclusivamente in Italia perché, insieme alla Grecia, e' il primo confine dell'Europa. C'e' quindi una bella scrematura, prima che gli immigrati, arrivino negli altri paesi europei..Non credo occorra sempre sputare sulla religione, sul Papa e sulla pietà cristiana per giustificare l'inciviltà di certe situazioni. La pietà e la solidarietà non si inculcano necessariamente con il battesimo. Io non indosso la solidarietà come un vestito che in certe occasioni torna di moda, ma e' qualcosa in cui credo veramente. Poi e' vero che con la solidarietà non si risolve tutto e che noi italiani siamo dei gran piagnoni. I vari governi hanno solo tamponato le emergenze invece di dare una risposta politica lungimirante. Ma dalla solidarietà e dalla conoscenza degli altri, non si può prescindere.

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  4. Prendo atto e apprezzo il tuo genuino sentimento di civile empatia nei confronti del prossimo. Ma di tale sentimento farei una cosa privata e non un blasone da ostentare in ogni occasione propizia. Ci sono migliaia di associazioni che agiscono in nome della solidarietà e sappiamo, roba di questi giorni, che non è tutt'oro quello che riluce. Tutt'altro. Gli italiani si dicono solidali con ogni popolo della terra perchè esserlo magari con un somalo non comporta impegno né diretto né immediato, mentre dei vicini di casa, che potrebbero essere aiutati concretamente, se ne fregano altamente. Ti farei parlare con certa gente che gira il mondo, e che sa come stanno le cose in materia, per farti dire che l'italiano è il popolo meno solidale della terra. Molta scena pochi fatti. Per quel che riguarda il papa, mi sembra stia dando un grosso contributo alle mistica del pauperismo e della solidarietà di stampo latino. Non aggiungo altro. .

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  5. Concordo pienamente che la solidarietà debba essere rivolta verso chiunque, compresi i vicini di casa, gli amici e i parenti. Non c'e' bisogno di andare molto lontani per trovare situazioni di forte disagio.Concordo anche con il fatto che la solidarietà debba essere vissuta principalmente come un fatto privato. Trovo pero' ,che ci sono occasioni in cui l'egoismo e l'indifferenza assoluta verso eventi drammatici, richieda una presa di posizione decisa. Non ci si può "dissociare" dalla solidarietà solo perché ci sono tanti profittatori e ipocriti in giro per l'Italia.

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  6. Sottoscrivo, cara Emanuela, ma se lasciassimo cadere lo slogan solidarietà potrebbe darsi che i bisignosi ne traggano maggore vantaggio. Il fatto è che in Italia valgono più gli slogan che i fatti concreti. Ci si fa una buona coscienza dichiarandosi solidali a destra e a manca e tutto finisce lì.

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