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martedì 13 dicembre 2011

E' NATALE E A NATALE SI PUO' FARE DI PIU'...

Riceviamo e pubblichiamo una e-mail della nostra lettrice P.

Caro Argano,
complimenti per l'iniziativa che apprezzo e mi sembra un buon modo per riflettere e venire a conoscenza di realtà che spesso non sono sotto gli occhi. Personalmente mi dà modo di capire meglio il paese in cui vivo e di conoscerne le problematiche, anche quelle che non mi toccano da vicino.
Veniamo al dunque. Vorrei usare il vostro megafono per aprire una discussione sulle attività per i bambini a Porto Recanati. Leggendo sul giornale di qualche giorno fa l'appello del sindaco ai commercianti, mi sono venuti in mente altri suoi appelli, tra cui quelli ai genitori.
L'anno scorso, in occasione dell'assegnazione delle pagelle d'oro, il sindaco ricordava con fervore a noi genitori dei premiati che non dovevamo trascurare il nostro compito di educatori, che noi eravamo il primo esempio e via di seguito. In quella sede mi è sembrata un'osservazione tanto giusta e ovvia quanto superflua. Comunque non ci ho dato troppo peso, mi è sembrata la solita tiritera di ovvietà e scoperte dell'acqua calda di cui spesso sono fatti i discorsi in queste occasioni.
Arriva il Carnevale con la festa per i bambini, grandi aspettative per un misero palchetto con il solito spettacolino in mezzo alle bancarelle, dove i genitori potevano spendere e comprare, mentre i bambini guardavano infreddoliti a naso in su gli artisti che si esibivano (non mi dilungo oltre, chi c'era sa di cosa parlo).
A un certo punto, sul palco, si materializza il sindaco per il discorso e, ancora una volta, conclude ricordando con fervore ai genitori il loro ruolo di educatori. Storco il naso. Ci vuole pazienza, mi dico, si vede che questo è il leitmotiv del nostro sindaco. Riporto a casa i pargoli delusi e infreddoliti, così possono giocare un po' insieme, in fin dei conti è Carnevale. Confesso che mi fanno un po' pena, intanto mi riprometto di organizzarmi meglio per l'anno prossimo e portarli da qualche (altra) parte.
È passato quasi un anno e si avvicina il Natale: all'uscita di scuola i bambini ci fanno vedere l'invito per sabato pomeriggio alla scuola Diaz, per fare tutti insieme le decorazioni dell'albero di Natale in piazza Brancondi. I bambini, tutti contenti, si danno appuntamento, i genitori sono entusiasti della bella iniziativa.
Arriviamo alla scuola Diaz, entrando dall'ingresso principale la scuola è deserta, ma qualcuno ci dice che il laboratorio è dietro, dove allestiscono il presepe. Va bene. Andiamo e troviamo finalmente il laboratorio: una stanzetta di circa 20 metri quadri con un tavolo e una decina di sedie, troppe per le dimensioni del tavolo, i bambini e i genitori accalcati sulla porta a fare la fila e aspettare il proprio turno per potersi sedere e creare la loro decorazione.
Non ho mai visto nulla di più triste. Il piccolo anfiteatro all'esterno dove i bambini avrebbero almeno potuto aspettare era completamente al buio.
Tanto di cappello ai ragazzi e alle ragazze dell'associazione GAIA, che guidavano i bambini e carinissima anche la decorazione ma insomma, mi sono sentita presa in giro io e anche i bambini. Ormai hanno capito anche loro cosa devono aspettarsi dalle iniziative per i bambini nel loro paese.
Passi, passi tutto, a caval donato non si guarda in bocca, ma almeno il sindaco la smetta di fare appelli... oppure in fondo all'appello ci elenchi anche le iniziative dei paesi limitrofi per i bambini, così sappiamo dove portarli per far bene il nostro dovere di genitori.
Grazie per lo spazio e buon lavoro
P.

Grazie a sorrentomag.com

2 commenti:

  1. Carissima Lettrice P.,sono un volontario della Associazione GAIA. personalmente sono molto deluso e demoralizzato da questo tipo di critica da Lei fatta che non porta a niente. Noi siamo un gruppo di ragazzi e ragazze di idee politiche diverse ma con un unico scopo quello di fare qualcosa per il nostro paese. Mi permetta di dirle che quello che lei racconta non riporta il vero. Infatti se si riferisce a CarnevalMondo svoltosi in Piazza del Borgo non è stato come l’ha descritto. Per la prima volta dopo tanti anni si è ritornati nelle strade del paese a festeggiare il carnevale,per la prima volta i bambini dell’Hotel House hanno festeggiato in paese con i loro coetanei, cercando quella integrazione così tanto decantata da più parti. Per la prima volta le mamme dei bimbi hanno portato i dolci dei loro paesi per uno scambio culinario,i vari quartieri hanno partecipato anche loro portando dolci. I salesiani hanno aderito alla nostra richiesta di fare una cosa tutti insieme portando la mascherina d’argento fuori dalle mura dell’oratorio. Noi come Associazione abbiamo pensato alla logistica, ai laboratori coinvolgendo il Centro Frog di Via Roma,abbiamo portato un maestro di balli popolari ,portato degli artisti di strada ma soprattutto abbiamo messo il cuore (e non solo)e tolto alle nostre famiglie la nostra presenza. Per quanto riguarda i laboratori per il Natale forse la stanza sarà stata piccola ma quello che ci ha importato è stato fare passare un’ora in allegria,utilizzando tutto ciò che era a nostra disposizione, mostrando l’idea, che è alla base dei nostri laboratori, che ci si può divertire anche stando in compagnia lasciando per un attimo tutti quei giochi elettronici o sofisticati dove il bambino è solo un accessorio. Anche Domenica in piazza Brancondi siamo stati tutto il pomeriggio a distribuire cioccolata,caramelle e torroni ai bimbi. Tutto a spese nostre. Fermarsi davanti ad un tavolo o alle sedie è triste. Non è la confezione che fa bello il regalo. Ricordo a lei e a chi legge che come Associazione non prendiamo soldi da nessuno,la maggior parte delle volte ci rimettiamo di tasca nostra e anche per questo la terza edizione della Festa del BenEssere non l’abbiamo fatta. Mi permetta di dirle che a volte prima di criticare bisognerebbe suggerire e allo stesso tempo fare e per questo la invito ad unirsi a noi (che abbiamo tutti i figli) alle prossime iniziative. Ass. GAIA

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  2. Caro Volontario Gaia, mi dispiace ma temo che abbia frainteso il senso delle mie parole, apprezzo il vostro lavoro e l'ho detto molto chiaramente. Lei conferma quello che sostengo, ovvero che il sindaco o chi per esso si affida alla buona volontà dei genitori e ci mette ben poco di suo (nostro). Voi svolgete un lavoro prezioso, che però è mortificato e impoverito perché gli spazi sono ristretti e inadeguati o perché non viene dato il dovuto risalto alle vostre iniziative (che i genitori hanno sempre mostrato di apprezzare!). Di tutte le cose che lei cita relativamente al carnevale dell'anno scorso pochi si sono accorti forse perché accanto ai dolci caserecci ed etnici c'era il banchetto delle crepe (per fare un esempio, non vorrei offendere i venditori di crepe alla nutella, adesso). Le due cose andavano secondo me separate per esaltare ogni aspetto dell'iniziativa. Per farla breve il sindaco dovrebbe pagarvi e trattarvi come una risorsa invece che "fare appello" alla vostra buona volontà.
    P.

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