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Purtroppo questo non ci sorprende più di tanto, considerando come sono ridotte le nostre spiagge, fonte primaria del nostro essere "paese turistico"...
RispondiEliminabelle foto
RispondiEliminaQualche giorno fa mi ero posto il problema sui danni delle mareggiate ed avevo chiesto aiuto, tramite questo blog, ponendo una domanda: è stato sempre così o solo in questi ultimi tempi il mare è diventato incontenibile ? Con la riflessione odierna, ho capito che ci vorrebbe una cura rinforzante per la memoria di coloro che decidono di strafregarsene degli inevitabili eventi atmosferici e permettono di far occupare zone che ciclicamente saranno danneggiate. Magari facendo ricadere sulla collettività le spese di ripristino (.. e Pantalone paga). Grazie Dr. Presto!
RispondiEliminaIn questa situazione denuncie e commenti sembrano rappresentare più uno sfogo che una vera e propria indignazione. La sensazione è che siano rivolti genericamente a terze persone quasi come si volesse dire “io ho fatto la mia parte l’ho detto, l’ho raccontato, l’ho denunciato”, ma in generale, questi sfoghi, queste proteste, non diventano vere e proprie rivendicazioni, non producono l’effetto che sarebbe necessario, e cioè movimenti di opinione pubblica, confronto tra posizioni, azioni di contrasto al fine di essere ascoltati.
RispondiEliminaIn poche parole: non si trasformano in confronto democratico, in partecipazione.
Chi raccoglie queste voci, chi le ascolta, chi conferisce loro la dignità di essere ascoltati?
Forse non è ancora matura nel nostro paese (ma non solo) una vera e propria coscienza civile, capace di scuotere le sensibilità dal torpore quotidiano, dal ghetto e dai confini del “proprio orticello”.
E la sensazione è quella di impotenza di fronte allo scorrere degli eventi.
E’ tempo di svegliarsi, di prendere in mano il coraggio, di trasformare le singole voci in coro, di dare dignità al proprio ruolo di cittadini. Non tanto per noi; quanto per le future generazioni.
ciribillo
L'incuria del territorio, ci dimostra come la natura ogni tanto ci ricorda un atteggiamento oltraggioso da parte del'uomo che si sente onnipotente
RispondiEliminaIo non temo la Natura, temo più la stupidità, la voglia di arricchirsi a qualunque costo di molte persone che nonostante siano consci dei pericoli, continuino a distribuire firme sui permessi....
RispondiEliminaDa ragazzino abitavo nel palazzo davanti al circolo della vela e mi ricordo che non tutti gli anni ma quasi le onde sbattevano contro il piano rialzato del palazzo.Mi ricordo dei garage sommersi, della caserma della finanza e del giardino del dott Valentini sott'acqua,dell'enorme quantità di legna in via Garibaldi.E piazza Carradori? A nord la strada che passava ad est della montedison(nello stesso punto adesso c'è una fila di case)l'abbiamo demolita noi? Sono passati 35 anni signor Reboli e di mareggiate così non ce ne sono state più, quindi possiamo dirci fortunati. Mi sono sempre posto questa domanda: le imprese sul mare chiedono soldi di qua e di la per le protezioni, ma di loro cacciano qualcosa?
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