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lunedì 11 febbraio 2013

AIUTO, MI SI RESTRINGONO LE BANCHE (E IL CREDITO)

Cosa sta succedendo al sistema bancario della nostra cittadina? Abbiamo pensato di avventurarci in una piccola analisi della situazione. A Porto Recanati, fino a qualche anno fa, operavano di fatto 8 filiali (Bnl, Unicredit, Banca Toscana - MPS, Banca Popolare di Ancona, Banca Marche, Cassa di Risparmio Loreto, Bcc Recanati e Carisap).

La prima a lasciare la nostra cittadina, dopo aver operato per breve termine in località Piazza del Borgo, è stata la filiale della Banca Popolare di Ancona. Le motivazioni della chiusura furono molto probabilmente riconducibili a una scarsa raccolta e, soprattutto, agli eccessivi costi di affitto della sede. Siamo ormai poi ufficialmente venuti a conoscenza che anche la Banca Toscana (gruppo MPS) di Corso Matteotti ha in questi giorni chiuso i battenti per la stessa identica motivazione. Il tutto per gli effetti di una grave crisi economica che ha colpito il gruppo bancario senese (la più antica banca del mondo). E la chiusura della sede della Banca Toscana di Porto Recanati è rientrata nell'attuazione di un piano industriale previsto dal nuovo management che prevede il taglio, nei prossimi mesi, di 400 filiali del gruppo senese nel territorio nazionale. E siamo dunque a un già eclatante -2.....

Poi c'é quella che a Porto Recanati viene considerata come la Banca storica della nostra cittadina, ovvero Banca Marche (ex Cassa di Risparmio di Macerata) con la sua filiale in pieno Corso Matteotti e con la sua "derivata", ovvero la filiale Carilo di Via Valentini (per chi non lo sapesse, la Carilo è a tutti gli effetti un asset di Banca Marche in quanto facente parte del medesimo gruppo). Ebbene, negli ultimi mesi abbiamo letto che, di fatto, l'istituto non è più proprietario della filiale di Corso Matteotti, avendo venduto i propri locali a una società immobiliare di Civitanova Marche facente capo alla famiglia Ercoli (ex presidente di confindustria Macerata ed ex membro del board della stessa banca). Il prezzo di realizzo è stato pari a 3,6 milioni di euro, presumibilmente capitalizzati a bilancio. La cosa strana è che Banca Marche ora paga allo stesso gruppo immobiliare che ha rilevato la struttura un esoso affitto di 200 mila euro l'anno. E dunque, pur essendo noi tutt'altro che esperti di finanza, non capiamo quale sia il vantaggio di tale operazione. Sappiamo però da fonti certe che la banca ha subito recentemente un declassamento del proprio rating dall'Agenzia Moody's (da B1 a B3) anche a causa di fortissime perdite registrate in bilancio nel 2 semestre 2012 (circa 300 milioni di euro) che hanno avuto come primo effetto il repentino cambio del management dell'istituto. Non solo, a quanto riferisce Bankitalia, sembra che Banca Marche sia stata fortemente sbilanciata nella concessione del credito verso alcuni (pochi) gruppi edili e immobiliari che ora versano in grosse difficoltà economiche e che, in generale, hanno "deteriorato" l'esigibilità degli stessi crediti concessi.

Quanto sopra ha portato l'autorevole quotidiano Milano Finanza, a pubblicare in data 8 febbraio l'articolo che vi alleghiamo:

 

 

Quello della nostra cittadina, dunque, che una volta era un tessuto socio economico sano, dove gli istituti bancari crescevano come funghi, sembra ora soffrire il difficile momento di congiuntura economica che porta alla chiusura delle filiali o alla vendita delle stesse. Bisognerà vedere come reagirà la nostra economia a una presumibile, se non certa, restrizione del credito da parte dei nostri istituti in difficoltà. Credito bancario che, inutile ricordarlo, finora ha messo le nostre piccole imprese nella condizione di poter operare e ha garantito i piccoli mutui a chi necessitava di denaro per l'acquisto, ad esempio, della propria abitazione.

In questo contesto, a Porto Recanati, registriamo un sostanziale silenzio della politica. A tutti i livelli. Forse non sufficientemente interessata da una problematica così importante.

 

 

2 commenti:

  1. Quello di banca marche più che vendita del locale, dato il costo elevato dell'affitto, 200000 euro, sembra un'operazione di lease back. Ovvero io banca vendo l'edificio in cui mi trovo, ottengo liquidi che mi servono per qualche operazione o magari per ripianare qualche buco nel bilancio della filiale del porto, in cambio mi impegno a prendere in leasing l'edificio in cui opero e che ho venduto, versando dei canoni annuali o mensili e alla fine, dopo un certo tot di anni, ne rientro in possesso. Potrebbe essere, dato che 200000 euro di affitto annuale mi sembra una follia.

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    1. E esattamente così e la pratica e' ormai comune a tutti gli istituti di credito. Aggiungo anche che il canone di affitto e' deducibile.

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