di Gioacchino Di Martino
Raccontare la cronaca sembrerebbe
una delle cose più banali e semplici da farsi eppure a volte, pur parlando
dello stesso avvenimento, i resoconti possono differire in alcuni particolari
che esaltano o sviliscono i protagonisti.
Ne è un esempio un avvenimento
che interessa la nostra città e si riferisce, come si può leggere dall’ampio e
circostanziato resoconto che ne fa il sempre ben informato organo di
informazione “IL CITTADINO DI RECANATI”, ad un incontro tecnico politico che
una delegazione di operatori del settore balneare ha avuto un con l’assessore
Sciapichetti e con i tecnici regionali, in merito alla difesa della costa.
Risulta che, ad accompagnare la
folta delegazione, ci fosse anche la dottoressa Rosalba Ubaldi, in funzione di
memoria storica di diverse fasi del confronto con la Regione in merito alle
scogliere, essendo stata per qualche lustro prima assessore e successivamente
sindaco della Città.
E, sembra, che proprio in questa
veste di ex amministratrice sia intervenuta per contestare una affermazione dell’assessore
Sciapichetti in merito alla assicurazione che, per quanto riguarda gli
interventi in zona centro, il Commissario Straordinario Passerotti reperirà i
fondi, e quindi il riallineamento di quelle scogliere sarà a carico del comune.
La dottoressa Ubaldi ha invece
chiarito che non spetta al comune farsi carico di questi interventi e che
occorre anche agire sinergicamente con i privati per abbinare certi lavori, ed
ha citato il ridosso o porticciolo, per collegare il posizionamento di
scogliere dalla Montecatini a nord.
L’ing. Pompei, tecnico della
regione, le ha però fatto notare che
questa ipotetica disponibilità di un privato (prima deve passare il progetto
del ridosso e ci vorranno anni) andrebbe a coprire un tratto, mantenendone
scoperto il resto fino al Musone, con effetti negativi e peggiorativi sul
tratto indifeso per costa e strutture. Quindi, per il tecnico della regione,
serve un intervento complessivo e definitivo.
Questa cronaca ci racconta,
quindi, di come, chi fino ad oggi ha sostenuto che un immediato coinvolgimento
del privato nella difesa della costa con relativo realizzo di un porto
turistico sarebbe stato la panacea di tutti i problemi della zona, abbia
cavalcato un cavallo che alla prima verifica si è dimostrato non avere proprio
le caratteristiche di un cavallo!
Bene, oggi, su un quotidiano
locale, appare un’ampia intervista alla dottoressa Ubaldi la cui titolazione
lascia intendere che quanto detto in Regione sia semplicemente una nota
incidentale di alcuna valenza, perché si riprospetta ancora una volta
l’intervento dei privati e l’intervista si conclude con un’affermazione quanto
meno strabiliante, se fatta da chi per alcuni anni è stata alla guida di questa
città, e cioè che allo stato non c’è alcuna prospettiva per il domani di Scossicci!
Per dovere di cronaca c’è anche
da riferire che un altro quotidiano ha riportato che la dottoressa Ubaldi, di
fronte alle affermazioni del segretario dell’UDC Cesa, che la indicavano come
il candidato sindaco di Porto Recanati si sia schernita dicendo che lei è
candidata solo a fare la mamma e la moglie.
Che intervista e smentita
riflettano veramente una critica riflessione sul bilancio di tanti anni alla
guida dell’amministrazione?
Ubaldi si......Ubaldi no.....dopo la sentenza sul Burchio.
RispondiEliminaPer adesso solo articoli per riempire i giornali e server di Internet.
La politica di difesa della costa ancora oggi è solamente intesa a salvaguardare i balneari e non a ristabilire un complesso e delicato equilibrio che consentiva in mantenimento delle spiagge.
RispondiEliminaNon è un appunto di natura ideologica ma solamente di errata metodologia nell'affrontare il problema.
Si fa cura sintomatica, peraltro inefficace, senza aggredire la malattia.
Strategia politica che paga elettoralmente ma che costa molto alla comunità in termini di danni per mancato soluzione del problema e di spese inutili.
Tipo portare sabbia in estate e riversarla dove manca.
Il primo e massiccio intervento dopo la famosa mareggiata del '60, che ha minacciato buona parte delle case del lungomare, ha avuto efficacia nel tratto protetto ma innescato i fenomeni erosivi a nord ed a sud con i risultati che oggi vediamo.
Oggi anche una persona venuta dalle sperdute montagne dell'entroterra intuisce subito che interventi a macchia di leopardo non fanno altro che aumentare l'effetto di reazione a catena del'erosione a ridosso delle scogliere.
Ancora peggio quando le protezioni stanno sulla battigia.
Basta vedere a nord e sud dei balneari protetti con le scogliere qual'è la situazione e per averne una conferma.
Questo per dire che la sabbia non deve essere trattenuta ma deve essere lasciata libera di circolare; quando si interrompe questo flusso si determinano accumuli il un luogo ed erosione a ridosso.
Gli scogli non producono sabbia ma la trattengono a scapito di altre zone.
Solamente pensare di arrestare questo fenomeno senza gravare altre zone richiede un impegno da parte degli Enti Competenti (tra i quali il comune non figura) con una visione progettuale complessiva alla costa marchigiana (e non solo), mediante studi di ingegneria idraulica di alto livello.
Sentire sciorinare facili soluzioni (economiche e non tecniche!) da chi non trovava di meglio che portare in estate sabbia con in pontoni, fa semplicemente sorridere.
Come vuotare il mare con i secchi, magari il livello si abbassa.