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venerdì 10 agosto 2012

PORTO RECANATI HA ANCORA BISOGNO DEI SALESIANI

Oggi vogliamo condividere con voi la lettera che i rappresentanti delle associazioni che operano all'interno dell'Oratorio salesiano hanno inviato ai vertici della congregazione (ispettore e rettor maggiore) per cercare di scongiurarne la chiusura:

OGGETTO: Porto Recanati ha ancora bisogno dei Salesiani

Innanzitutto ci presentiamo.

I sottoscrittori di questa lettera sono i collaboratori stretti, istituzionali dell’Opera Salesiana a Porto Recanati e i rappresentanti-leaders delle diverse associazioni e aggregazioni giovanili e di adulti che operano all’interno dell’Oratorio “Don Bosco” e della Parrocchia del“Prez.mo Sangue”. Nello specifico si tratta dei rappresentanti ufficiali di:

- Consiglio pastorale parrocchiale

- Consiglio Oratoriano

- Gruppo Cooperatori Salesiani

- Associazioni Ex Allievi Salesiani

- Associazione “Amici Domenico Savio”

- Gruppi Lupetti e Coccinelle

- Associazione Agesci, Scouts e Guide

- Gruppo Ministranti straordinari dell’Eucarestia

- Gruppi sportivi PGS di varie discipline

- Coro Don Bosco

- Gruppo Catechisti

- Gruppo Rinnovamento dello spirito

- Caritas Parrocchiale

- Unitalsi Parrocchiale

Lo scopo di questa lettera

Vuol essere un forte e urgente appello ai Superiori della Congregazione Salesiana e dei Responsabili dell’Ispettoria Italia Centrale perché nel mentre si accingono a un riordino delle diverse Opere sparse nella zona di propria competenza, tengano ben presenti e si ispirino a criteri non scelti a tavolino, bensì a criteri equi, realistici e veramente funzionali, quali:

- Il rispetto della precedenza della missione fra la gioventù marginale, “povera e abbandonata”

- L’incidenza e l’efficienza della risposta educativa e sociale finora data dalle diverse Opere

- Il contributo vocazionale dato in diversi anni alla Congregazione Salesiana e, più in genere, alla Chiesa nel mondo

- L’adesione e l’adeguamento strutturale e pastorale ai principi conciliari che indicano fra le forme privilegiate dell’evangelizzazione le Parrocchie e gli Oratori insieme con progetti condivisi ed efficienti con le famiglie.

La realtà vocazionale, oggi

All’emergere di nuovi bisogni e di nuove forme di evangelizzazione fanno da freno e, talora da ostacolo, la carenza di vocazioni religiose e sacerdotali, anche fra i Salesiani, nonché l’invecchiamento graduale e avanzato dei figli di Don Bosco. Ne siamo testimoni consapevoli per aver perso negli ultimi anni due grandi Salesiani che hanno speso parte della loro vita per Porto Recanati. Ma siamo anche consapevoli e orgogliosi che negli stessi ultimi anni l’Opera Salesiana di Porto Recanati ha dato alla Congregazione due nuove giovani vocazioni sacerdotali, sbocciate proprio nel cortile, nella chiesa e nel contatto con bravi Salesiani che hanno preceduto gli attuali incaricati. Complessivamente durante la permanenza dei Salesiani a Porto Recanati e nell’ambito della nostra parrocchia ci sono state 5 vocazioni sacerdotali e un coadiutore fra i figli di Don Bosco, una vocazione in altra congregazione, due laici consacrati e due sacerdoti diocesani.

 Criteri ispiratori del ridimensionamento

Comprendiamo bene il difficile compito degli attuali Responsabili internazionali, nazionali e regionali dei Salesiani per procedere a un ridimensionamento e un riordino delle Opere Salesiane.

A questo proposito ci permettiamo di fare alcune riflessioni e suggerimenti che individuino e aiutino ad applicare i criteri più equi ed efficienti al superamento del momento vocazionale difficile.

- Don Bosco e i suoi primi collaboratori non hanno mai perso la fiducia nella Divina Provvidenza sia per le risorse umane che finanziarie. Hanno sempre pregato il “Padrone della messe…”, anche noi l’abbiamo fatto in questi giorni, in pubbliche veglie di preghiera.
 
- Dovendo, in pratica, rientrare in alcuni parametri essenziali e dovendo in qualche modo usare la sega o le forbici, occorre distinguere bene fra le Opere infruttuose e quelle efficienti. Le infruttuose hanno bisogno di un taglio radicale; le valide possono aver bisogno di una potatura ordinaria o straordinaria perché producano sempre di più, ma non vanno gettate nel fuoco.

Noi di Porto Recanati ci riteniamo in questa seconda categoria, disponibili, anzi, vogliosi di qualche potatura o aggiustamento resosi necessario specie nell’ambito della comunità religiosa, come ha scritto al termine della sua visita straordinaria fatta nel Marzo 2011, l’ispettore regionale don Pier Paolo Frisoli. Lettera che alleghiamo in copia e dalla quale emerge la vivacità e l’efficienza dell’Opera con l’invito finale al recupero della dimensione fraterna nella comunità religiosa.

- E il ridimensionamento va fatto con gli occhi attenti al contesto sociale e culturale in cui si opera, e sul quale occorre ancora predisporre un progetto educativo che faccia scendere la missione salesiana nel contesto di vita.

Porto Recanati, oggi, si trova a dover affrontare nuove sfide giovanili e familiari per l’elevata immigrazione interna (più del 40% della popolazione totale) e l’eccezionale immigrazione extracomunitaria pari al 22% della popolazione (nel solo territorio parrochiale-oratoriano ricade un mastodontico complesso edilizio abitato abitualmente da circa 2000 extracomunitari, di cui 550 minori e 770 nuclei familiari). Le nuove generazioni autoctone, sotto la spinta del turismo e del benessere economico, sono continuamente sollecitate da consumismo, dal relativismo morale e religioso e da altri rischi collegati con droghe e microcriminalità.

- Un terzo criterio discriminante per la permanenza o meno dei Salesiani in una città sta nell’attenta considerazione di quanto il Concilio Vaticano II° ha indicato, fra l’altro come struttura portante e metodo privilegiato dell’evangelizzazione specie nella civiltà occidentale, e cioè l’integrazione struttura, educativa e pastorale fra parrocchie e oratorio e fra queste e le famiglie e i giovani. Le scuole, gli stessi Centri di formazione professionale, una volta architrave portante della presenza salesiana in molti paesi e città, oggi, con l’espandersi su tutto il territorio nazionale degli Istituti Professionali di ogni ordine e grado, hanno perso o stanno perdendo, almeno in Italia, il loro ruolo sociale ed educativo. In base a questo ultimo criterio a rischiare non dovrebbero essere le parrocchie e gli Oratori, ma le scuole private. Le Opere marchigiane di Ancona, Porto Recanati e Civitanova Marche dovrebbero essere considerate in una botte di acciaio per la sopravvivenza e la prospettiva di incidenza educativa epastorale

La nostra contro-proposta per la permanenza dei Salesiani a Porto Recanati

Per i motivi e le considerazioni sopra riportate tutti i sottoscrittori di questa lettera in rappresentanza dei loro associati e nel suo insieme come organismo laico centrale dell’Opera Salesiana, siamo e chiediamo un rilancio della presenza salesiana a Porto Recanati con un nuovo progetto educativo-pastorale dell’Opera che veda presenti i Salesiani ancora per tre anni a Porto Recanati. Un progetto iniziato proprio dopo la visita di Don Frisoli, da lui sollecitato come richiesta fondamentale dell’ispettore. In linea subordinata chiediamo la presenza dei Salesiani a Porto Recanati sempre per tre anni in numero anche ridotto ma affiatato (parroco, vice parroco, responsabile dell’Oratorio) con la garanzia del sostegno fattivo e intensivo dei Cooperatori, delle famiglie e dei giovani leaders. In quest’ultimo caso a salvaguardia dell’aspetto giuridico e della vita comunitaria dei confratelli si potrebbe incardinare questo nucleo di Salesiani a una delle comunità vicine: Civitanova Marche o Loreto, con indiscusso vantaggio spirituale e pastorale. Il progetto può essere sperimentato per tre anni con verifiche periodiche . Dopo tale periodo si potranno tirare conclusioni meno affrettate, meno unilaterali, più ragionate, più condivise e stabili di quelle che si rischiano di tirare oggi.


L’aspetto finanziario e la riparazione del tetto della Chiesa

Il sostentamento finanziario della comunità sarà sempre garantito, come in passato, data la generosità e la simpatia dei Salesiani fra la gente portorecanatese. La riparazione del tetto, oltre che ad eventuali contributi Ministeriali e regionali o assicurativi, potrà essere coperta da impegni bancari coperti da contributi straordinari di benefattori e da iniziative altrettanto straordinarie di raccolta fondi per le quali il nostro gruppo si impegna con iniziative di straordinaria portata.

Conclusioni e appello finale

Chiediamo scusa per la franchezza e il linguaggio realistico usato, ma pensiamo che lo spirito di condivisione e di partecipazione, come pure la passione per la salesianità che i vecchi Salesiani ci hanno infuso, giustifichino il nostro ardito intervento. Noi non vogliamo passare per la controparte dei Salesiani, ma semplicemente la voce di figli che ci tengono all’esistenza e al benessere della propria famiglia sociale e religiosa. Non deludete le nostre speranze e aspettative. Non prendete decisioni fuori da ogni reale considerazione di merito ed efficienza. Non mandate alla malora il buon nome e i meriti sociali ed educativi di 88 anni di lavoro di grandi Salesiani. La chiusura di Porto Recanati certamente non risolve il vostro problema, anzi, lo peggiora perché va contro il corso della storia e contro il buon senso nelle scelte educative. Fermatevi finché siete in tempo. Le scelte fatte a tavolino senza il supporto dell’analisi dei fatti o prese sotto l’incalzare della fretta sono la negazione della saggezza amministrativa. Tre anni di sperimentazione, riflessione e valutazione rappresentano, secondo noi, il modo e il tempo migliore per prendere una decisione definitiva. In ogni caso il Signore vi illumini e don Bosco tenga la mano ben tesa sul vostro capo per prendere sagge decisioni e per proteggervi da scelte frettolose.

Con amicizia e rispetto.

Porto Recanati lì 01.08.2012


Grazie a salesianimacerata.it



6 commenti:

  1. avrei finito la lettera con il versetto 30-31 del capitolo 20 di giovanni:
    "gesu' fece ancora molti segni miracolosi davanti ai suoi discepoli ma non sono stati scritti,questi sono stati scritti perche' crediate che gesu'e' il messia e il figlio di dio.
    se credete in lui,per mezzo di lui avrete la vita."NEL SENSO CHE CI CHIEDETE DI CREDERE E AVERE FEDE ,MA POI VI BASATE SOLO SU COSE MATERIALI COME LA MANCANZA DI VOCAZIONE E DI RISORSE FINANZIARIE PER DISTRUGGERE UN LAVORO CHE DURA DA QUASI 90 ANNI!

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  2. Avere fede è una fortuna che non mi è capitata, ma come molti sono stato cresciuto da cattolico, coi miei dubbi e le mie incertezze. Ho sempre maltollerato il predicare bene e razzolare male di tanti rappresentanti della chiesa, con e senza la tonaca, così come tutti i riti che perdono ogni significato se non sono corroborati dai fatti. Nonostante questo però, ciò che mi ha sempre tenuto legato alla chiesa è stata la consapevolezza dell'immenso ruolo sociale che svolge da sempre. A Portorecanati l'oratorio ne rappresenta, pur con i suoi difetti, un bell'esempio.
    Chiudere i battenti di una realtà positiva come questa per la chiesa è darsi una bella zappata sui piedi. Quel filo sottile che tiene quelli come me ancora legati alla chiesa si spezzerebbe definitivamente.

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  3. anche io non sono stato omaggiato del dono della fede, ma una cosa sui "frati" la posso dire. giorni fa alla conferenza indetta al teatro adriatico per la formazione del comitato cittadino per sostenere l'annessione di Porto Recanati alla provincia di Ancona, il noto organizzatore di eventi culturali sig. Giuseppe Russo, dichiaratosi politicamente di destra, ha affermato che la chiusura dell'oratorio, vista la frequentazione di giovani scapestrati e poco raccomandabili, non sarebbe così sbagliata...beh io le voglio dire Sig. Russo, che forse avendo vissuto molto più a Bologna che nel nostro Paese, non sa quante generazioni di nostri compaesani, si sono "formate" all'interno dell'oratorio (me compreso). La maleducazione di tanti giovinastri di oggi non può essere certo addebitata a coloro che si sono sempre prodigati per concedere spazi di gioco e aggregazione con completa abnegazione, ma forse va rimproverata a quelle famiglie, che lungi dall'essere fucine di uomini richiamate soprattutto dagli ideali di gente come lei (Dio, Patria e Famiglia)e tutto sommato condivisibili, sono ormai diventate porti di mare dove i giovani assecondano solo gli istinti primari (cibo e letto). Attenzione dunque a lanciare accuse non supportate da fatti tangibili! Spero che la mia osservazione le venga riportata auspicando una sua risposta. Michele Bianchi

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  4. concordo con Michele Bi. ..ma poi come si permette di giudicare una realta'....vada pure a bologna !!denota una superficialita' non indifferente.... ah gia', di destra,probabilmente di tutta un erba.....un "fascio".... come lui giudica "noi" ...io giudico lui ! si attenga a cose che lo competono...facciamo un po' di demagogia ??? i giovinastri di cui sopra....tutta colpa del fatto che nelle famiglie i genitori oberati dal lavoro...si dimenticano spesso la cosa piu' importante...dare un educazione ai propri figli...colpa di questo capitalismo e consumismo sfrenato.....basta o ....

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  5. Al di là delle polemiche, certo che l'oratorio era frequentato anche da ragazzi che non sono proprio dei bijoux, oltretutto il recupero di giovani "problematici" è proprio nello spirito dell'oratorio - beata ignoranza.
    Ma la verità indiscutibile è che l'oratorio nel complesso è un centro di aggregazione positivo con una funzione sociale innegabile che colma le lacune delle istituzioni.
    Chiudendo l'oratorio non solo non si risolve il problema, ma si toglie anche la possibilità a chi "scapestrato" non è di avere un luogo di incontro sano e accogliente, nonché di "capestrare" gli "scapestrati".
    Oppure qualcuno pensa seriamente che chiudendo l'oratorio gli "scapestrati" PUF! per magia spariscano o si ravvedano?

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  6. c'e la raccolta firme...ANDATE A FIRMARE !!!

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